Cristalli di foresta | Earth Day 2010




Oh, Mother Earth,
With your fields of green
Once more laid down
by the hungry hand





Oggi, 22 aprile, edizione 2010 dell'Earth Day, giornata dedicata alla salvaguardia di Mother Earth (ascoltate il tenero ed intenso inno dedicatogli una ventina di anni fa da parte di Neil Young ‹qui live da Rock in Rio 2008› mentre leggete le info sull'evento, if you want).

MS dedica un post a questo evento. E si ricorda anche del centenario della morte di Mark Twain (martedì scorso), con uno dei suoi numerosi e famosi aforismi:

"Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo, mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe"

Aforisma quanto mai appropriato, ad es., nello sport del linciaggio all'IPCC. Ben noto, per es., il caso riguardante la menzogna costruita ad arte (si fa per dire...) dalle solite "lobby del Nilo (*)" , con la compiaciuta collaborazione di un certo giornalismo, attorno agli effetti che il cambiamento climatico causerebbe alle grandi foreste pluviali come l'Amazzonia (leggere qui un contributo sulla "querelle" dell'AmazonGate che coinvolge il Sunday Times, riportata anche verso la fine di questo interessante scritto di Monbiot, tradotto qui sul blog della cassandra).

Il patrimonio forestale primario si assottiglia sempre di più e l'Amazzonia ne è pienamente coinvolta. Guardate questo breve reportage (datato 2008), mentre ascoltate la bellissima reinterpretazione da parte di Tara MacLean della bellissima "Natural Beauty" di Neil Young [ancora lui!], if you want again.

Amazon
you had so much
and now so much is gone

Cosa resta del patrimonio biologico in epoca di GW come quello odierno? Le attribution degli impatti fisici e biologici dell'AGW, in questo senso, sono piuttosto impietose, come già segnalato a suo tempo e ben prima dell'ED (notare come in Sudamerica, tutti i cambiamenti significativi osservati siano consistenti con il riscaldamento: un caso?). In ogni caso, una riduzione delle precipitazioni influenza ed impatterebbe massicciamente l'equilibrio di questo importante ecosistema. Uno degli esperti della WHRC ne conferma in pieno la cosa, corroborando anche quel che l'AR4 scriveva about it.

Il discorso potrebbe poi essere anche esteso e ribaltato. Siccome viviamo su un pianeta unico, e l'atmosfera è quella che è, e siccome già un secolo fa si parlava di teleconnessioni (Exner e Walker dicono qualcosa?), possiamo provare a chiederci se e come la deforestazione amazzonica (sia per opera antropica diretta, sia come effetto favorito/accelerato dal GW) possa in qualche modo influenzare le dinamiche meteorologiche/climatiche a distanza.
Ebbene: sembrerebbe proprio di sì e il modo in cui l'influenza si trasmette a distanza avviene mediante cambiamento del clima locale (inibizione delle precipitazioni convettive), effetti sulle dinamiche meteorologiche regionali e successiva propagazione spaziale per interazione con le grandi onde planetarie nell'atmosfera, per es. fino a toccare l'emisfero nord e l'Europa.
I cambiamenti nelle precipitazioni amazzoniche (causati dalla variabilità naturale, dalla massiccia deforestazione in atto e come effetto dello stesso GW) possono dunque generare impatti climatici a distanza.

(*) il Nilo, in inglese the Nile, pronuncia "Denail", esattamente come Denial.....(ogni riferimento al significato è impuramente acasuale...).

Mark Twain soleva anche dire: "Denial non è solo un fiume in Egitto".

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