Dissonanze cognitive del sabato notte / # 2 & 3 & 4

# 2

Che strano: tutti addosso alla BP a cui, come responsabile finale della marea nera nel Golfo del Messico, spetterebbe giustamente l'assunzione dei costi di risanamento (ma di che tipo sarà?). E altrettanto giustamente viene adesso attaccata per le sue pressioni contro il rafforzamento delle norme di sicurezza in nome dell'*autoregolazione*.

Quando invece si tratta di applicare misure di mitigazione per contenere le emissioni di un gas che si libera bruciando la stessa materia oleosa che fa la fortuna della stessa BP (e d'altre big oil sisters), allora no. Non si può. L'*autoregolazione* del "lasciamo fare al free market überalles", in questo caso (ma solo in questo e non nell'altro), è da sostenere a spada tratta.

➲ What a cognitive dissonance again!

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# 3

Che strano: non ci si può più fidare (ma ci si è mai fidati?) delle registrazioni delle temperature. Né a terra (le capannine sono truccate, le campagne sono trafficate, le isole sono urbanizzate, le montagne sono isolate, i trucchi sono montati...) né in quota (i satelliti sono miopi...) né sotto terra (i boreholes sono frutti esotici...). In effetti non si può più parlare di climate change, né di clima (se non attaccando il binario...). Nulla.

Però quelle su Marte, Saturno o Urano sì. Quelle sono affidabilissime.
E vuoi mettere la difficoltà a stabilire con precisione il trasporto di calore all'interno degli oceani sotto i fatidici 700 m? E l'accumulo di energia sottoforma di scambi di calore nell'oceano? Naaa, impossibile oggi non saperlo con precisione certosina.

Sì, perché la basilare fisica che si impara nella scuola dell'obbligo e che invece la comunità scientifica dei climatologi non ha mai imparato/ha dimenticato/non la la ritiene degna di considerazione, ci ricorda l'importanza dell'effetto termosterico delle acque del mare come spia dell'accumulo di energia nel sistema.
E qui casca l'asinello: infatti - come sostiene qualcuno affetto da ASS o sotto effetto Emmental o in procinto di giocare a bashing ... (la centralina della disinformazione dei simpaticoni membri del BOFC 〈Big Oil Fun Club〉 è sempre calda) - la dilatazione del mare non c'è. Oppure non c'è più. O c'è meno. C'è mai stata?
E quindi niente calore, nada, nisba, niet! E, giusto per completare il periplo della fallacia, ecco il mantra numero 32: le previsioni sono 〈ovviamente〉 molto lontane dal riscontro delle effettive variazioni del livello dei mari.


➲ What a cognitive dissonance! Again (and again).


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# 4

Che strano: i satelliti vanno benissimo solo quando misurano le T troposferiche e non mostrano più il GW.

Quando sono riconfigurati in modo tale da non includere bias raffreddanti provenienti dalla raffreddata bassa stratosfera (vai ad insegnare ai Microwave Sounding Units che esiste anche una tropopausa...) vanno già meno bene.

Quando vengono utilizzati (nella versione degli Scanning Multichannel Microwave Radiometer o in quella recente del CryoSat-2 dell'ESA per monitorare lo spessore) per inferire lo stato delle calotte polari - e mostrano impietosamente la situazione che è, e l'Artico sembra sempre più simile ad un Emmental - sono da buttar via.

Che sia l'effetto dei forni a microonde casalinghi?

➲ What a cognitive dissonance! Again (and again) (and again).

Commenti

  1. A proposito del post precedente e delle piattaforme petrolifere costiere, sai se ci sono dati sulla tenuta del permafrost attorno al mar Artico?

    costi di risanamento
    Non problem, tiri in lungo per 20 anni e sei a posto, rif. Exxon Valdez.

    RispondiElimina
  2. 7-8 siti ti bastano? (i primi due mi paiono simili e connessi ;-)
    http://www.permafrostwatch.org/
    http://www.gi.alaska.edu/snowice/Permafrost-lab/
    http://www.udel.edu/Geography/calm/
    http://www.gtnp.org/
    http://nsidc.org/fgdc/
    http://ipa.arcticportal.org/
    http://www.tspnorway.com/
    http://www.permos.ch/

    RispondiElimina

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