Sole (di primavera)


Guest post di Luca Mercalli 

Anche se ci sono amanti della pioggia, della neve e delle nebbie, in genere la maggioranza della gente cerca il sole. L'astro splendente è ormai l'icona - anche informatizzata - dell'allegria e del tempo libero, della spensieratezza vacanziera: ogni pubblicità turistica che si rispetti, che sia mediterranea, tropicale o perfino sulle nevi alpine, "vende" il proprio patrimonio solare. Briançon, ridente cittadina delle Hautes Alpes francesi a quota 1300 metri, si propone al viaggiatore con lo slogan "300 jours de soleil par an", il che, insieme a gran parte del Midi francese è dal punto di vista climatologico abbastanza realistico.
D'inverno i popoli del nord Europa inseguono la luce del Mediterraneo, Hermann Hesse, in lettera invernale dal Sud, del 1919, così scrive del sole di Lugano: "Qui c'è ancora il sole e ancora noi continuiamo a essere suoi ospiti. Scrivo queste righe in uno degli ultimi giorni di dicembre, alle undici del mattino, disteso al sole sul secco fogliame di un angolo di bosco al riparo dal vento. Si può stare così fino alle tre, fino alle quattro, ma poi fa freddo, i monti si ammantano di lilla, il cielo si fa trasparente e limpido, come sa esserlo soltanto qui in inverno, [...]. Ma le ore del mattino durante le belle giornate, che pure non mancano, quelle ci appartengono; il sole provvede a riscaldarci, rimaniamo distesi nell'erba e sulle foglie e ascoltiamo il fruscio dell'inverno".

E in effetti in Ticino il sole è quasi più frequente sotto i pigri anticicloni invernali che nel semestre estivo, nel quale umidità, depressioni e temporali portano piogge frequenti, abbondanti e prolungate. Dunque ha ragione pure Max Frisch con i paesaggi stillanti e alluvionali della Valle Onsernone descritti ne "L'uomo nell'Olocene" e sappiamo dai più recenti dati meteorologici che il Ticino non è la "Sonnenstube" della Svizzera, poiché il record delle giornate di sole appartiene all'Alto Vallese, in particolare alla regione del Piccolo Cervino.

Pur essendo dunque piuttosto normale che piova in primavera, questo 2013 ha esagerato un po': già il mese di marzo ha visto una temperatura di due gradi sotto media, il valore più basso dal 1987, e un soleggiamento più limitato delle attese, con il 71 per cento della norma alla stazione di rilevamento Meteo Svizzera, seguito da un altro parziale fiasco solarimetrico di aprile, pari all'88 per cento della media, con 289 mm di pioggia contro i 156 attesi, e pure maggio ha sottratto il suo contributo solare alla statistica, sostituendolo con diluvi monsonici.
Se a ciò si aggiunge la recente tendenza all'aumento del soleggiamento e della temperatura primaverile a cui ci eravamo ben abituati, ecco giustificata quest'anno l'insofferenza popolare al deficit di sereno, che poi a lungo andare si trasforma in una vera e propria sindrome psichica, la Sad, dall'inglese "Seasonal Affective Disorder". Senza arrivare a tanto, anche perché non siamo qui nei Paesi scandinavi dove la mancanza di luce invernale è un vincolo dettato dalla latitudine, lamenti e mugugni non si sono fatti mancare, uniti all'aumento dei prezzi delle verdure per i guasti sulle colture precoci, alle perdite di germinazione sulla semina del mais in pianura Padana e a qualche episodio idrogeologico estremo come gli allagamenti del Vicentino a metà maggio e le grandinate tra Comasco e Varesotto, insolitamente precoci e intense, come a Marnate, dove la sera di venerdì 19 aprile i chicchi hanno raggiunto 5 cm di diametro e gli accumuli di ghiaccio venivano rimossi con gli spazzaneve.
Lo sbarramento del flusso umido meridionale da parte dei rilievi ha prodotto rovesci abbondanti tra Nord-Ovest italiano e Ticino: dal 26 aprile al 3 maggio si sono totalizzati 374 mm a Camedo, al confine con la piemontese Val Vigezzo. Il livello del Lago Maggiore è salito fino alla quota di 195.55 m il 2 maggio, superando di pochi centimetri la soglia di esondazione sul litorale di Verbania, 170 cm sopra la media, ma ben al di sotto delle piene lacustri più importanti (quota 197,9 m nell'ottobre 2000).
Ma d'altra parte è anche vero che siamo sempre più assuefatti a una falsa primavera letteraria e pubblicitaria e non tolleriamo più la minima variabilità climatica che esca dai canoni immaginari nei quali ci siamo imprigionati: affinché la giornata sia "bella" dovrebbe splendere sempre il sole, la temperatura dovrebbe stare ferma tra 25 e 28 gradi con bassa umidità e brezza leggera! Un'utopia climatica che si realizza effettivamente in una manciata di giornate all'anno.
Abbiamo tuttavia oggigiorno una ragione di più per adorare il dio (o frate) sole: da quando i pannelli fotovoltaici producono energia elettrica pulita e ben remunerata, chiunque abbia un impianto su casa propria o in un contesto industriale guarda alle previsioni delle ore di sole con grande interesse!

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