Chomsky sull'America e il GW


È considerato il maggior linguista vivente e il più influente intellettuale al mondo. Malgrado i suoi 88 anni, Noam Chomsky rimane al fronte intervenendo con regolarità su questioni accademiche nel campo della linguistica e soprattutto sulle vicende politiche che vedono impegnate la superpotenza americana, che il professore del MIT considera senza indulgenza alcuna come all’origine di molti dei mali e di molte delle guerre che attanagliano intere regioni del pianeta. 

In questa intervista realizzata dal giornalista Roberto Antonini per la trasmissione radio della RSI "Laser" l’intellettuale di Boston si sofferma sull’attualità politica, affrontando questioni legate al controverso bilancio della presidenza Obama e alla tornata elettorale 2016 che presenta aspetti di grande rilevanza e candidati dal profilo inedito. Cosa e chi rappresenta Donald Trump? Perché molto americani lo hanno scelto? E cosa porterà al mondo, in caso di vittoria, Hillary Clinton, nota per la sua impostazione aggressiva in politica estera? Un’occasione dunque per sentire una delle voci più influenti della nostra epoca. E per me che lo leggevo già una trentina di anni fa, un vero piacere riascoltarlo.


Qualche stralcio dall'interessante e pregnante intervista riguardo a tematiche ambientali come quelle del riscaldamento globale e i cambiamenti climatici.
Non se ne è parlato abbastanza, ma i grandi problemi ci sono. Per es. ciò che dobbiamo affrontare oggi è letteralmente una questione di sopravvivenza, la sopravvivenza della nostra specie (...). Esistono gravi minacce; una di queste è l'aumentato pericolo di guerra nucleare (...), un'altra grave minaccia alla nostra sopravvivenza è la catastrofe ambientale incombente. Se non interveniamo in temi brevi e in modo efficace, ci saranno conseguenze devastanti per le prossime generazioni. Non è che di queste minacce nessuno ne parla, vi è un dibattito, ma molto meno di quanto serve e comunque si agisce poco. Nell'attuale dibattito per la presidenza, il problema è appena accennato. Perché queste questioni vengono eluse o questi problemi non vengono trattati con la serietà che richiedono, considerando l'importanza e l'influenza degli USA? (...) In questo caso particolare, gli USA hanno assunto un ruolo piuttosto regressivo. Prendiamo i negoziati di dicembre a Parigi; ora sono in fase di applicazione, almeno in teoria. Certo, non è nemmeno lontanamente sufficiente, ma almeno si è fatto un passo avanti. Si sperava che a Parigi si sarebbe giunti a un trattato verificabile, persino Obama era favorevole. Ma la ragione per cui l'impegno vincolante è stato rifiutato sta nel Congresso americano che non lo avrebbe mai accettato. Infatti, se si guarda a queste elezioni, il fatto che più colpisce è che tutti i candidati repubblicani hanno negato l'esistenza del problema, oppure hanno detto che non si deve fare nulla. (...) 
Sulla questione cruciale del riscaldamento globale, la Clinton nel suo programma vuole il passaggio di tutte le economie domestiche alle energie rinnovabili nel giro di 4 anni, decisamente un buon programma! (...) Farà sul serio? Chissà, è un politico. Ma se i movimenti organizzati, in particolare quelli mobilitati da Sanders, potessero organizzarsi per agire e fare pressione per risolvere queste questioni, è possibile che si possa andare aventi in questa direzione. Non in modo sufficiente, ma sarebbe almeno qualcosa. (...) Se invece dovesse vincere Trump, si tratterà di cercare di difenderci. (...)
Uno degli impedimenti all'organizzazione di un attivismo pubblico su larga scala per affrontare il riscaldamento globale, è che il 40% della popolazione americana è convinta che non sia un problema perché Gesù tornerà sulla Terra nei prossimi decenni. Rappresentano quasi la metà della popolazione e sono la base popolare del partito repubblicano. Non è quindi molto sorprendente se ogni singolo candidato neghi che il riscaldamento globale sia in atto e respingono tutto al 100%. Non sorprende che la base dica che questo problema non è un problema perché ci sarà la seconda venuta di Cristo. (...) Quasi il 40% della popolazione crede che il mondo sia stato creato un paio di millenni fa nella sua forma attuale! 

QUI si può riascoltare l'intervista integrale andata in onda stamane.

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